NOTE DI REGIA
Una Maschera cela l’uomo contemporaneo; crea, in chi la osserva, pensieri distorti, grazie alla sua natura contraddittoria e inclassificabile.
Sola, immersa nel suo spazio interiore, provoca l’anima di chi la guarda, in un luogo dove l’ irreale si confonde con il possibile. Circondata da orizzonti silenziosi, sfrangiati dalla solitudine del mondo, innesca la sua purezza dualistica attraverso velleità, ambizioni e sacrifici: qui e ora si emana l’arte dell’inganno.
La Maschera copre e protegge. L’uomo non viene visto nella sua fragilità, tra le sue paure, in lotta con se stesso e con la solitudine, ma “attraverso lo specchio” dove l’apparenza governa e incanta. C’è un enorme viaggio poetico dentro ogni animo, ma spesso, questo viaggio, è nascosto in un camerino e quel che a noi resta di vedere è solo lo Spettacolo.
L’uomo si trasforma, cambia faccia, identità, voce e corpo. L’uomo diviene altro da sé.
Come possiamo, noi, accettare questo? O meglio… fino a che punto siamo in grado di comprendere il parto delle sue trasformazioni?
La nostra indagine inizia qui: trovare un pretesto, forte, per andare fuori da noi stessi, stanando le resistenze più profonde. Un pretesto per entrare in un mondo sconosciuto, un mondo capovolto; una distorsione, un paese delle meraviglie, un prisma che ci desse la possibilità di approdare ad altri punti di vista, inconcepibili; sperando poi in un ritorno a noi stessi, con occhi più limpidi e più grandi.
The Queen, Caterpillar, Mad Pussy, Bunny Bell e Alice.
Cinque maschere che si lanciano all’inseguimento del proprio essere attraverso le luci di un dietro le quinte contornato da ossessioni ed ombre.
“Bisogna conoscere le cose, gli uomini, le idee, gli oggetti, la natura stessa, al di fuori di qualsiasi ideologia. Ogni ideologia è un prisma. Si può “vedere” senza per forza usare uno di questi prismi? Io credo senz’altro di sì. Se non lo credessi, se non lo avessi sempre creduto, non mi sarei reso la vita tanto difficile (e tanto divertente!). Il punto di partenza per me è uno e uno solo e può essere persino che sia completamente sbagliato, ma tant’è: o si ha fiducia o non si ha fiducia nell’uomo. Se si ha fiducia nell’uomo, allora si può anche ritenere l’uomo capace di tutto il bene possibile. Se non si ha fiducia nell’uomo, qualsiasi discorso diventa totalmente inutile.”
(Roberto Rossellini)
RASSEGNA STAMPA
[…] Il teatro a scrutare nel sommerso. Benché il mondo dell’omosessualità e del travestitismo non faccia più allarme. Almeno nell’apparenza di un perbenismo di facciata e mediatico. Il teatro a (far) mettere gli occhi sulle ombre d’un mondo scintillante. Somigliante o prodotto dalla ‘normalità’: gerarchie strette, sudditanza al capo, dipendenza dal volere di questo, vassalli subordinati all’alto e prepotenti con gli inferiori. […] leggi tutto
Emilio Nigro – Rumorscena
[…] Palco nudo. In proscenio, quattro sedie dorate; per terra, specchi, trucchi, smalti. Ai lati, due file verticali di lampadine, che incastonano la scena a mo’ di camerino. Sullo sfondo, tre file di attaccapanni con vestiti brillanti, tra colori sgargianti e scialli piumati. In fondo a destra, una tv accesa su quella che ha tutta l’aria di essere (e ne avremo poi conferma) una soap opera sudamericana. Odore d’incenso che si sparge nell’aria. È questo l’interno in cui irrompe “Alice”, nome d’arte del giovane protagonista che, con i suoi occhi di ragazzo ingenuo e impacciato, ci conduce nel mondo misterioso e attraente delle drag queen: la platea è lo specchio verso il quale questi esseri perturbanti e narcisi si scrutano continuamente e metateatralmente, per tutta la durata dello spettacolo. […] leggi tutto
Francesca Saturnino – Il Pickwick
[…] Lui, Matteo, o meglio Alice, perché è questo il suo “vero” nome, intraprende un percorso di inizializzazione – suddiviso in tre capitoli – per imparare a essere se stesso, per apprendere come dare libero sfogo alla femminilità dove il pesante make-up e i tacchi vertiginosi, i boa piumati e le eccentriche parrucche rappresentino un istintivo gioco di eccessi e di spettacolarizzazione, di esibizione e artificiosità, privato di qualsiasi tendenza all’immoralità, alla volgarità, all’oscenità. […] leggi tutto
Nicole Jallin – Quarta Parete
UNA PRODUZIONE
OCCHISULMONDO
Testo Semifinalista Premio Dante Cappelletti 2014
in co-produzione con
Armunia
Kilowatt Festival
Teatro Argot Studio
Centrodanza Spazio Performativo
con il sostegno del Teatro Stabile dell’Umbria
CON
Daniele Aureli
Amedeo Carlo Capitanelli
Stefano Cristofani
Matteo Svolacchia
Riccardo Toccacielo
DRAMMATURGIA
Daniele Aureli
Massimiliano Burini
SCENE
Francesco SKY Marchetti
DISEGNO LUCI
Gianni Staropoli
FOTO
Lucia Baldini
CONSULENZA DRAGQUEEN
Samuel Lillyboat Salamone
REGIA
Massimiliano Burini
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Referente: Elena Marinelli
phone: 331/9104528
mail: organizzazione@occhisulmondo.org
web: occhisulmondo.org